L’omeopatia classica è unicista. Scrive Hahnemann: “Nell’unica terapia vera e semplice, nella

terapia veramente naturale qual è l’omeopatia, non è permesso di dare al malato due diversi rimedi in una volta”.

Dunque la terapia omeopatica si concentra sulla scelta di un solo rimedio per volta.
Ciò per vari motivi
1) Principio di semplificazione: Perché cercare cose difficili e complicate, se si può raggiungere l’obiettivo con cose semplici? L’omeopatia è la medicina naturalmente appropriata per ciascun malato (individualità morbosa) da parte di ciascun rimedio (individualità medicamentosa) se i sintomi concordano.
2) L’imprevedibilità degli effetti di più rimedi somministrati insieme. Se si conoscono dalle sperimentazioni su uomo sano le azioni pure e caratteristiche di ciascun rimedio, è impossibile prevedere quali effetti possa avere la loro sinergia quando agiscono contemporaneamente sul malato. Nè la giustapposizione di sintomi in un malato può essere curata da un puzzle di rimedi che a diverso titolo contemplino separatamente quei sintomi.
3) E’ nella natura stessa della terapia omeopatica cercare un solo rimedio per volta. La cura omeopatica più profonda è la ricerca del simillimum, il rimedio analogicamente più simile allo stato attuale del malato come manifestazione della sua natura più profonda. Questa ricerca non conduce che a un solo rimedio. E se anche, nel peggiore dei casi o per la necessità di una comunque temporanea soppressione dei sintomi o per la scelta di un rimedio corrispondente ad uno stato acuto, il rimedio scelto non presenti una completa somiglianza con i sintomi generali e mentali del malato, sarà pur sempre un rimedio unico quello che consentirà di scegliere il nuovo rimedio più simile, risvegliando nuovi disturbi. Questo vantaggio non si ha nell’uso di medicine composte.
Non è dunque utile dare un rimedio per la tosse, uno per il mal di stomaco ed uno per la pressione alta, come comunemente fa la medicina allopatica, ma occorre mandare un segnale univoco il più simile possibile alla forza reattiva del malato, che solo così ne sarà totalmente mobilitata.