Accade che il direttore dell'Istituto Superiore di Sanità, organo il cui scopo è di supportare la Sanità pubblica e le istituzioni  attraverso comitati di esperti e ricerche ad hoc, abbia deciso di esporre le proprie opinioni private - non richieste -

concernenti un convegno sulle Medicine Alternative o Non convenzionali o complementari che dir si voglia, che si svolgerà il prossimo 29 settembre presso il Senato della Repubblica. L'opinione di questo signore è che le istituzioni non debbano promuovere convegni antiscientifici. Il signore in oggetto, con il peso della sua posizione, ritiene dunque che il Parlamento, votato dagli italiani, debba attenersi alla sua opinione personale. Che consiste di due elementi: 1. L'ISS ha diritto di condizionare le scelte del legislatore, quando invece dovrebbe solo servire le richieste del legislatore; 2: L'ISS decide cosa è scientifico e cosa non lo è. La nostra opinione è che il signore in oggetto non è in grado di comprendere il ruolo importante e delicato che svolge di servizio alle Istituzioni e ai cittadini e quindi deve rassegnare immediatamente le dimissioni. E' venuta infatti meno, in questo caso, la sua funzione di servitore delle istituzioni, funzione pagata da tutti noi, inclusi i dieci milioni di italiani che con certezza, hanno diversa opinione individuale sulle medicine alternative. E' triste verificare sempre più spesso quanto pezzi importanti della amministrazione e della scienza pubblica mostrino scarsa cultura della democrazia e della libertà.  Ed è ancora più triste riconoscere che ottimi scienziati si facciano raggirare da un gruppo di giornalisti che si accreditano come i gestori futuri della politica della scienza. Da un certo punto di vista è comico, dall'altro è il segno dell'incultura e dell'abuso di potere. Ma forse però, la domanda più importante, al di là delle questioni di potere individuale e collettivo è come mai l'ISS con i mezzi ed il potere che ha a disposizione non affronti seriamente i due più grossi problemi che l'Italia ha: il 50% delle infezioni di orgine nosocomiale, che cioè provengono dagli ospedali, e il numero sempre maggiore di malattie da effetti secondari dei farmaci, che ormai si attestano tra la quarta e la quinta causa di morte nel mondo occidentale. Ma forse affrontare questi problemi è troppo importante, forse riuscirebbero davvero a risolvere i problemi degli italiani. Per esempio togliendo di mezzo un certo numero di farmaci a causa della lunghezza degli effetti secondari che producono, oppure suggerendo politiche alternative alla somministrazione degli stessi, come, per esempio, sta accadendo in Francia con una serie di interventi non medicali. Ma forse, mettersi contro Big Farma non è "scientifico".