Gentile dott. Italo

La ringraziamo per averci contattato e per averci chiesto delle delucidazioni sulla cura "omeopatica" della vitiligine.

Il metodo della Medicina Omeopatica nasce prima come sperimentazione sull'uomo sano e fornisce essenzialmente sintomi soggettivi ed oggettivi e non si è mai spinta ad ottenere lesioni fisiopatologche. Per questo motivo la cura del malato avviene secondo analogia sintomatologica unitaria (sintomi mentali, generali e fisici; peculiari e congruenti) e non può d'altra parte avere riferimenti patologici in quanto non sono stati forniti dalla sperimentazione sull'uomo sano. Ne consegue che la cura essenzialmente del malato secondo il principio di similitudine ha contemporaneamente guarito nello stesso stati di malattia che statisticamente sono stati attribuiti a ciascun rimedio e che troviamo nelle Materie Mediche sotto la voce: "Clinica".

Quindi un certo rimedio, ad es. la Belladonna, ha curato ascessi, stati febbrili, adeniti, gozzo esoftalmico, convulsioni, oftalmie acute, gastralgia, appendicite acuta e moltissime altre condizioni cliniche in quanto il malato della patologia corrispondeva ai sintomi di Belladonna. E' quindi cosa molto improbabile partire dalla patologia e risalire al rimedio. Ovvero l'affinità di un rimedio con una patologia è solo un dato statistico e relativo ad una corretta scelta analogica rimedio-malato. Le faccio un esempio pratico che può essere esemplificativo: una quindicina di anni fa si rivolse al nostro ambulatorio un paziente ammalato di L.A.C. (lupus anticoagulant) si trattava di uno dei primi casi che venivano studiati dalla medicina convenzionale e per quanto ci riguardava a nessun rimedio omeopatico in quella data aveva curato detta patologia. Il procedimento che seguimmo fu quello ortodosso e metodologico, l'unico valido, ovvero di cercare il rimedio realmente "omeopatico", ovvero quello corrispondente alla sofferenza "unitaria" del paziente secondo i sintomi soggettivi ed oggettivi che lo caratterizzavano. Il rimedio che lo guarì (guarigione a tutt'oggi) risultò essere Medorrhinum.

A questo rimedio dunque potremmo aggiungere fra le note cliniche di aver curato il L.A.C. ma non potremmo dire che cura il L.A.C. in quanto il procedimento segue la via del malato e non della malattia.

La vitiligine è una condizione ad etiologia incerta ed è una patologia emergente. Sono attribuibili fra le cause etiologiche lo stress, la condizione autoimmune, quella genetica ed inoltre spesso si notano delle associazioni con altre patologie anch'esse autoimmuni. Va osservato che riguardo alle patologie autoimmuni sicuramente il giusto rimedio omeopatico può essere efficace mentre in quelle gentiche, in assenza di un substrato funzionante non si può fare nulla (come nella calvizie androgenetica).

Trattandosi appunto di una patologia emergente i riferimenti clinici omeopatici sono realmente pochissimi, qualcuno lo troviamo in Boerike sotto la voce Leucoderma. Per quanto riguarda la personale esperienza, relativa solo al sesso femminile e in pre adolescenza e in adolescenza i rimedi che ho scelto secondo metodo sono stati essenzialmente Apis, Natr. m, e Pulsatilla con buoni risultati; trattandosi sicuramente di forme non carenti geneticamente. Sicuramente si potrebbero usare moltissimi altri rimedi come detto.

Per quanto riguarda la connotazione miasmatica della malattia questa è di difficile lettura in quanto sono sempre i sintomi del malato modalizzati che ci forniscono questa interpretazione; che diventa comunque secondaria ad una corretta scelta di rimedio che rappresenterà anche tutto l'aspetto miasmatico.

Infine per quanto riguarda le applicazioni esterne questo diventa un procedimento sostitutivo ed essenzialmente estetico e quindi non curativo della manifestazione patologica.

Comunque per maggiori approfondimenti metodologici può riferirsi al nostro sito

www.luimo.org