Deludente, il minimo che si possa dire del programma presa diretta di sabato scorso sulla medicina omeopatica  è : Deludente. Eppure il titolo pareva interessante: l’omeopatia

serve? Un servizio pubblico, per informare la popolazione sull’utilità o meno di una metodologia medica, avrebbe potuto perlomeno chiarire di cosa si trattava e poi mettere a confronto tesi diverse. In realtà invece, come siamo abituati oramai da anni– pagata anche da noi pazienti omeopatici – senza spiegare per nulla cos’è l’omeopatia come procede il medico, quali sono i suoi principi ed il suo approccio sperimentale, ha dato subito la risposta. Non serve a cosa? ci si potrebbe allora domandare, ma la risposta resta nel vago. Due ore di programma in cui vengono intervistate varie persone il cui unico ruolo è pontificare che l’omeopatia non serve. Ma ancora non capiamo, a cosa non serve? I pazienti intervistati ne traggono beneficio, a cosa non serve? Ora a parte questa sensazione che la comunicazione si avvicinasse ad annunci radio da Politburo o nazisti  (nessuno sa cosa vogliano i Ceceni, ma sono comunque dei terroristi, nessuno sa davvero cosa facessero gli ebrei, ma svuotavano le tasche dei tedeschi), mi pare indispensabile chiarire alcuni fatti che si stanno ripetendo in modo allarmante e che minano la mia personale fiducia nella scienza e in quei quattro scienziati che ancora in Italia tengono al buon nome ed al rigore del metodo o quelli che pensano ancora che l’informazione corretta sia indispensabile.   

  1. I test per verificare se esistono molecole con attività biologica nei medicinali.I giornalisti fanno analizzare alcuni medicinali omeopatici con uno strumento “in grado di misurare la presenza di sostanze ad attività biologica”. I tecnici non trovano nulla anche in medicinali che dovrebbero contenere ancora sostanza. Questo fatto è importante, vuol dire che hanno usato un apparecchio con un basso limite di risoluzione; in ogni caso non hanno spiegato quale fosse il limite di risoluzione dell’apparecchio. In assenza di precisazione sul limite di risoluzione dell’apparecchio usato per misurare, l’esperimento non significa niente. Questo esperimento è chiaramente un falso, e nessun giornalista lo ha fatto notare. In buona sostanza è come se volendo vedere il pianeta Plutone, invece di usare un telescopio mi mettessi un paio di occhiali. Vi assicuro, non si vede. Oppure dichiarassi che i microbi non esistono perché non li vede a occhio nudo. Primo deficit cognitivo dei giornalisti e dei loro associati scientifici.
  2. Gli italiani e la scienza.
    1. È da un po’ di tempo che il sig. Ricciardi ed il sig. Garattini, ma anche lo storico della medicina Corbellini, vanno dicendo che in Italia l’ottanta per cento della popolazione è scientificamente analfabeta. Il punto è che non ne traggono le conseguenze: sono loro che insegnano nelle università (sono tutti professori), loro che formano le classi dirigenti e istruiscono la popolazione. Il risultato è che probabilmente non sono convincenti, la gente non capisce quello che dicono. Dovrebbero quindi essere tutti licenziati. Anzi dovrebbero licenziarsi da soli per aver fallito la loro missione. Ma tralasciamo questo pur logico argomento.
    2. Secondo questi signori l’analfabetismo scientifico spiega la grande affluenza di italiani verso l’omeopatia. Bene, però i conti non tornano. L’Italia è solo il terzo paese europeo ad utilizzare l’omeopatia. La maggioranza dei Francesi e dei Tedeschi la usa. Quindi dovrebbero essere più ciucci di noi. Eppure, no, hanno un livello di istruzione più elevato, ragionano con un senso scientifico maggiore. Eppure, utilizzano l’omeopatia in misura molto maggiore. Quindi il sillogismo italiani ciucci = utilizzatori della medicina omeopatica non funziona. Funziona invece il sillogismo contrario: più si conosce la scienza più si usa l’omeopatia. E i giornalisti così sgamati, così attenti non se ne sono accorti? Secondo deficit cognitivo. Forse potrebbero imparare dal sano senso pratico dei pazienti italiani che i fatti non sono confutabili. Se uno sta bene sta bene e non c’è bisogno di molto altro e non ha bisogno di andare a cercare altrove.
  3. La scienza si pubblica su riviste scientifiche. Varie volte nel programma è stato segnalato che i medici omeopati e la ricerca omeopatica si realizza su riviste di omeopatia. Ma dove altro dovrebbero scrivere gli omeopati se non su riviste di settore? Mi spiego. Il sig Ricciardi direttore dell'ISS  è un epidemiologo, quando pubblica, pubblica su una rivista di epidemiologia non certo su una rivista di moda o sul corrierino dei piccoli. Anche qui è mancato il giusto atteggiamento giornalistico: mi scusi, ma lei non pubblica sulle riviste specializzate? Questo punto mostra precisamente che qui il problema non è di vero o falso è di, come si dice a Napoli, di chi si tu e chi so’ Io. Io posso fare quello che mi pare e tu no perché io sto qui seduto sulla mia bella poltrona di potere, e benedico e maledico chi mi pare.
  4. La storia di Jacques Benveniste. Il dr. Jacques Benveniste realizzò alcuni studi sulla memoria dell’acqua tra il 1988 ed 89 e li pubblicò sulla rivista Nature. In seguito, gli esperimenti furono replicati in una condizione indecente e diedero un risultato ancora positivo ma secondo Nature non significativo (questo non è stato detto in trasmissione). Secondo i giornalisti questi esperimenti non sono stati mai più replicati. In effetti questo è un vero e proprio falso. Gli esperimenti sono stati replicati e qui diamo la referenza del lavoro che conferma precisamente la memoria del’acqua “Belon P, Cumps J, Ennis M, Mannaioni PF, Roberfroid M, Sainte-Laudy J, Wiegant FA. Histamine dilutions modulate basophil activation.Inflamm Res. 2004 May;53(5):181-8. Epub 2004 Apr 21”. Il deficit cognitivo aumenta.
  5. Il fatturato dell’omeopatia e la spesa farmaceutica. Grande scandalo apparentemente che in Italia vengano spesi 300 milioni per l’omeopatia. Gli italiani sprecano. Ora evidentemente questo è un vero e proprio scandalo. Ed il sig. Ricciardi vorrebbe che alcuni di questi soldi siano spesi per curarsi con altro - Incidentalmente questo è un punto interessante. Come fa il sig. Ricciardi a garantire che si cureranno? Noi sappiamo che l’80% di quelli che vengono a curarsi con l’Omeopatia lo fanno perché le cure convenzionali hanno fallito. Allora che devono fare questi poveri malati, suicidarsi? No, si curano con l’Omeopatia e stanno meglio – Subito dopo il giornalista dice che in Italia si spendono 22 miliardi e 400 milioni di farmaci. Rimborsati dallo Stato. E Garattini urla “il 50% dei farmaci allopatici  non serve a nulla”. Al giornalista è davvero sfuggita l’unica domanda di senso in un programma dedicato alla medicina omeopatica: “ ma perché vi attaccate a 300 milioni di fatturato dell’Omeopatia, quando potreste averne 11 miliardi e 200 milioni, risparmiando sulla spesa farmaceutica?”. Eh no, questo gli è proprio sfuggito. Sono molto più importanti i 300 milioni… è proprio cognitivo il deficit.
  6. La bufala delle metaanalisi sull’Omeopatia. Una metaanalisi è uno studio che raccoglie molti studi li seleziona e definisce se per una determinata patologia un trattamento potrebbe essere valido. Le due metaanalisi citate, una pubblicata sulla rivista medica Lancet ed una stabilita dal governo Australiano, direbbero che l’omeopatia non è più efficace del placebo. Esistono altri studi invece che indicano l’opposto. Ora è curioso che nei due casi queste metaanalisi sono state rigettate perché evidentemente alterate. La prima perché mescolava assieme stati di malattia totalmente diversi, e la seconda perché chi l’ha realizzata era in patente conflitto di interesse (https://www.hri-research.org/resources/homeopathy-the-debate/the-australian-report-on-homeopathy/). In più, al momento lo studio Australiano non è stato pubblicato su nessuna rivista scientifica. Ma evidentemente al giornalista non è venuto in mente di domandare ad uno, non dico cinque, ma almeno ad un omeopata se quelle metaanalisi fossero accettabili.  I nostri giornalisti proprio il lavoro hanno difficoltà a mettere assieme le cose.

In due ore diverse altre perle sono state individuate e ne faremo oggetto di indagine approfondita.  L’ultima che mi viene in mente è ad esempio come mai se il placebo cura e l’omeopatia è placebo ce l’hanno tutti con l’omeopatia e non si dovrebbe usare? Preciso: un neuroscienziato afferma che il medico omeopata fa miracoli solo con l’ascolto. L’omeopatia quindi non fa male ed il paziente mette in moto la propria autoguarigione. È un metodo perfetto: nessun danno, nessun effetto collaterale!! Eh no, mi dispiace, voi stupidi italiani, ignoranti scientifici, intossicatevi, scientificamente, coi farmaci. Inattesa la Rai che disprezza i suoi utenti. Non ci si stanca mai di imparare.