Dire semplicemente: “soffro di emicrania”, non da alcuna indicazione al medico omeopata circa il rimedio adatto a curare il paziente. Per inquadrare in modo corretto il paziente e il suo rimedio analogo, sarà necessario dare una IDENTITA’ a questa emicrania.Prima di tutto bisogna specificare se è un fastidio ricorrente; se si presenta in determinati orari durante la giornata e se ritorna con cadenza periodica o in concomitanza a qualche avvenimento. Va specificato il punto in cui compare. Se il dolore resta confinato in un punto preciso o si dirama in altre zone e se presenta una lateralità (lato destro o sinistro del corpo). Molto importante è specificare il tipo di dolore avvertito. Si tratta di un sintomo puramente soggettivo: il paziente deve provare a descriverlo usando un linguaggio semplice ed esplicativo. Questo dolore potrà essere bruciante, puntorio, intermittente, avvertito come un chiodo nella testa o una morsa che stringe la testa.

Anche lo stato mentale associato al malessere fisico fornisce un’indicazione importante ai fini della visita omeopatica. Avere un forte mal di testa ma riuscire a essere cordiale con tutti e a svolgere tranquillamente il proprio lavoro rappresenterà, ad esempio, un sintomo peculiare e particolare che fugherà ogni dubbio nel medico circa la scelta del rimedio.
Descrivere un sintomo richiede una grande attenzione e precisione. La prima difficoltà sta proprio nel porre attenzione su di sé, avere uno sguardo attento alla propria persona e a ciò che si avverte, sia a livello fisico che mentale. Spesso alcuni sintomi sfuggono perché non siamo abituati a “guardarci”, perché capita di essere distratti dal lavoro o da altre situazioni, perché fanno talmente parte ormai della nostra routine da considerarli “normali”.
Questo modo di esprimere i propri disturbi è stato codificato molto precisamente dallo scopritore della medicina Omeopatica Samuele Hahnemann, nel paragrafo 133 del suo Organon dell’arte del guarire. Descrivere un sintomo è un esercizio importante per gli addetti ai lavori, medici e farmacisti che eseguono le sperimentazioni su se stessi sani. Le materie mediche omeopatiche, infatti, descrivono i sintomi prodotti dalle sostanze su soggetti sani, esattamente nello stesso modo in cui il medico fa per evidenziare le caratteristiche dei sintomi nel paziente malato secondo la legge omeopatica della similitudine “similia similibus curentur”.
Pertanto avere una buona conoscenza di sé e saper riconoscere e descrivere le proprie modalità di ammalarsi, faciliterà il compito del medico o del farmacista nella individualizzazione del rimedio simillimum e consentirà al paziente di conoscersi meglio, riuscendo col tempo a distinguere tra sintomi propri tipici e sintomi nuovi di malattia. Il lavoro di auto osservazione è un vero e proprio esercizio che migliora quanto più ci si addentra in esso; nel mio caso rappresenta ogni volta una esperienza unica e molto costruttiva, per conoscermi e per affinare i sensi, sia quando da paziente mi rivolgo al medico, sia quando devo riconoscere i sintomi nel paziente acuto che viene in farmacia chiedendo consiglio.