Crisi nella striscia di Gaza, guerra tra Russia e Ucraina, paesi e popoli che si affrontano, provano a distruggersi l’uno con l’altro, sono l’immagine deludente e deprimente della nostra umanità, del nostro egoismo e della nostra crudeltà. Perciò, quando vai a un congresso internazionale dove gente di nazioni, religioni, filosofie diverse si unisce sotto un unico tetto confrontando gli sforzi fatti da ognuno per migliorare la salute delle persone, indifferenti all’imposizione delle ideologie del potere, ti si apre il cuore. 

 

Per nessuno era facile, con l’allerta attentati, raggiungere il congresso, eppure più di 500 persone da 40 paesi sono arrivate qui. Se anche il congresso fosse stato senza alcun interesse, questa testimonianza avrebbe qualificato l’evento come straordinario. Ma non è stato così, il congresso è stato straordinario davvero. Articolato, tranne le conferenze iniziali e finali, in quattro sessioni contemporanee, ha offerto un pannello di attività del mondo omeopatico, della loro varietà, ma soprattutto della intensità e della passione con cui vengono affrontate, esemplare. Metodologia clinica, approcci di experience based homeopathic medicine, decine e decine di casi difficili risolti. Dalla dermatologia ai tumori, come complemento o trattamento unico (là dove si può), malattie autoimmuni, cardiologiche, autistiche, Covid-19, ginecologiche per citare qualche caso. Una sessione speciale di odontoiatria con metodologie di approccio e casi risolti. Poi, come sempre, l’orizzonte filosofico ed etico in cui la Medicina Omeopatica si iscrive, con alcune interessanti relazioni di Gustavo Cataldi (la natura ama nascondersi?), e Bernardo Merizalde con lo sviluppo umano nella prospettiva della Medicina Omeopatica. L’approccio per migliorare la prescrizione con interessanti relazioni di Carlos Campora, criteri per la selezione dei sintomi di Robbert Van Haselen. Ricchissimo l’apporto metodologico del gruppo Ortega con la tecnica miasmatica, ma anche quello di Campora per i casi difficili. Campora ha messo su un Dbase di casi clinici difficili con più di 250 casi interamente risolti, cioè dalla prima visita alla risoluzione, alcuni naturalmente, che sono durati anni. Casi difficili naturalmente è una metafora per dire irrisolti per la medicina convenzionale. Anche il Gruppo Vitoulkas ha partecipato con decine di casi cardiaci affrontati. Se si guarda con occhio distaccato l’approccio al caso di ognuno di questi gruppi, si realizza facilmente che, a parte qualche distinzione neanche poi tanto importante, tutti sono simili per interpretazione. Ora, naturalmente piuttosto che rappresentare un impedimento allo sviluppo di un metodo unificato di presa del caso, mi appaiono delle ricchezze. Se un caso non lo si riesce ad approcciare in un modo, un altro punto di vista può essere utile. Insomma, un po’ come quando in fisica se non funziona la teoria corpuscolare usi quella della funzione d’onda. Guardiamo lo stresso fenomeno da due punti di vista diversi. E questo, è, anche, un po’ il messaggio, mi pare, che questo congresso voglia dare. Con un unico vincolo, quello di tracciare il caso al meglio. 

Un gruppo di interventi relativi alla ricerca fondamentale ha rivelato interessanti proprietà delle soluzioni omeopatiche. Il primo relativo al comportamento delle nanoparticelle presenti nei medicinali omeopatici, di come si formano progressivamente con le diluizioni e la dinamizzazione. Il dr. Cornero ha anche mostrato dei filmati delle soluzioni in cui le particelle, illuminate, si muovono. Piuttosto spettacolare. L’altro intervento, anche molto evocativo, è stato del dr. Cortez Martinez che ha misurato le frequenze sonore delle diverse potenze omeopatiche. Il messaggio da portare a casa è che, utilizzando procedimenti matematici standardizzati come le trasformazioni di Fourier, come suggerito prima da Benveniste e poi anche da Montagner, è possibile riconoscere i diversi gradi di dinamizzazione delle soluzioni. Anche questo naturalmente è stato un seminario spettacolare. Peccato vogliano brevettare il sistema e non invece pubblicarlo. Provings: cito solo la relazione di Ashley Ross, sulla regolamentazione dei proving in Sud Africa. Infine, gli italiani: Elio Rossi sull’integrazione tra trattamenti omeopatici e convenzionali nel cancro. E noi, gruppo LUIMO, CeMON, Promete che abbiamo presentato un proving realizzato con lo xerosidrile di Arnica e di Belladonna, per verificare se lo xerosidrile conserva le stesse proprietà della soluzione iniziale. La stessa conferenza verrà svolta dalla Dssa Paribello il 12 Novembre prossimo in occasione del congresso IRMSO a Roma. In questo spazio limitato è difficile andare oltre, ma a Roma sarà possibile parlarne per esteso. Ne ho parlato anche in qualche post Facebook. 

Ecco un po’, e ho davvero tralasciato molto, i tratti essenziali del Congresso. L’organizzazione ottima, pranzo incluso, orari rispettati. Perfetto. Forse, nello sforzo di tenere tutto il congresso in tre giorni, le sessioni sono state troppe. Chissà. Comunque, grazie agli organizzatori colombiani, UNIPAEZ in primis, per la loro amichevole disponibilità e professionalità, oltre che naturalmente per la qualità impressionante del congresso. Cena di gala spettacolare, tanta di quella musica da impedirci di stare seduti a mangiare, abbiamo ballato fino a mezzanotte. L’anno prossimo a Siviglia in Spagna vi sarà un’unica sessione e alcuni eventi interessanti. Vedremo come andrà. Spero bene, andare ai congressi per incontrare gli omeopati di tutto il mondo è sempre un enorme piacere.  

 

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